mercoledì 28 gennaio 2009

Il sonno della ragione genera mostri

Forse sembrerà che il significato dell'acquaforte di Goya sia qui forzato;
eppure se fossimo ben desti ci accorgeremmo che molti dei mostri che temiamo sono necessari al concetto di potere e di consenso.
Di fronte a quel fenomeno che più ci spaventa, il terrorismo, ma potrei citarne decine, invece di assopirci sull'onda dell'emotività collettiva, potremmo considerare che il potere costituito ha necessità di un universo antagonista come legittimazione del proprio essere e come strumento di controllo sociale; la nostra paura è deliberatamente creata e necessaria alla standardizzazione di comportamenti e al consolidamento di forme di potere.

E questa non è certo una novità.
Legati da questo filo conduttore, sparsi nei secoli i mostri si sprecano: sulla soglia dell'epoca moderna il fenomeno della caccia alle streghe è illuminante, ed altrettanto lo è la paura per altre streghe perseguitate da McCarthy negli anni '50 del 900; ma potremmo arretrare fino alla Grecia antica, fondamenta della nostra identità culturale e politica e risalire ancora senza soluzione di continuità allo spaventoso terrorismo islamico dei nostri giorni.

Credo nessuno possa realmente credere all'esistenza delle streghe, eppure la lettera "Summis desiderantibus affectibus" di Innocenzo IV nel tardo '400 sanziona la credenza alla realtà stregonesca e la sua equiparazione all'eresia. Questo atto trasforma l'immaginario minaccioso in realtà di fatto: le streghe iniziano ad esistere perché i predicatori ne predicano, gli inquisitori le cercano, la chiesa ne scrive nei suoi documenti ufficiali.
Frammenti di pratiche folkloriche e di medicina popolare vengono portati a sistema religioso antagonistico mediante operazioni portate avanti dalla cultura elitaria dei vertici della chiesa; un universo antagonistico da aggiungere a quello ebraico e mussulmano. La minaccia stregonesca fu costruita, così, pezzo dopo pezzo dagli stessi uomini di chiesa. 
Infatti, superata la grave crisi che la cattolicità romana aveva affrontato da XIV a XV secolo, la chiesa sente il bisogno di confermare la propria egemonia religiosa creando un nemico interno, una sorta di terribile tumore, che in realtà, non era in grado di portare alcuna minaccia, poiché individuato e rappresentato da fasce marginali sul piano sociale, geografico e culturale.

Ma il fenomeno non è solo clericale: nel '400 la nuova organizzazione politica e la nuova strutturazione sociale, implica e sollecita un controllo serrato dei valori e dei comportamenti collettivi e privati, da parte dei detentori del potere pubblico: in ciò c'è una netta convergenza tra esigenze del potere civile e dell'ideologia religiosa.
Per imporre una rigida disciplina religiosa e sociale, per controllare anima, corpo di sudditi e fedeli, diventa funzionale proporre la minacciosa e legittimante esistenza di sette ereticali e di sette stregonesche connotate da trasgressioni licenziose, orgiastiche e demoniache: non è che un mezzo di controllo sociale.
La minaccia stregonesca fu per questo costruita passo dopo passo dagli stessi uomini di chiesa durante i processi di consolidamento e di stabilizzazione del potere ecclesiastico e civile del XV secolo.

Altre streghe sono state cercate in altri tempi dal senatore McCarthy nel momento in cui, Europa annichilita dalla guerra, Terzo mondo non ancora sorto come terzo polo, due imperi si dividono le aree di influenza nel corso della Guerra Fredda. 
Nell'America degli anni '50, l'universo antagonista comunista è la base del processo di egemonia mondiale dell'”impero” USA.

Gli USA, privi di una radice etnica omogenea, privi tradizioni unitarie e dal carattere spiccatamente multietnico, trovano un compenso a questa oggettiva debolezza in una costruzione nazional-statale dalle tinte ideologiche accentuatissime, a sfondo univesaleggiante. Il carattere ideologico fra le due superpotenze divenne scontro di civiltà: il bene contro il male.

In tutti gli imperi infatti l'effettiva unità politica consiste massimamente nella disposizione ideologica unitaria delle rispettive società, talchè le stesse strutture statali sono percepite come il prodotto e custodi di tale disposizione. Non a caso nella tradizione storica statunitense quanto in quella sovietica non trova posto una qualsiasi opposizione ideologica all'assetto socio-politico esistente.

Fin da subito dopo l'era di McCarthy, i timori di rinnovate forme di persecuzione maccartista si sono rinnovati. Ad esempio, nel 2003, sorse l'intolleranza contro gli appartenenti all'industria cinematografica e televisiva, tra le altre, che si opposero alla Guerra in Iraq. Molti sono stati accusati di essere "antiamericani" o "non patriottici" per aver preso pubblicamente posizione su questioni di coscienza, o per aver semplicemente espresso punti di vista opposti a quelli del governo. Alcuni, furono denunciati perdendo l'impiego.

Eppure, l'idea stessa di Europa, si forma in contrapposizione a ciò che non è Europa ed a cui viene data, neanche a dirlo, un'accezione negativa. 

La prima differenziazione è ad opera del pensiero greco che ha bisogno di definire la propria identità in contrapposizione alle civiltà asiatiche. Una Europa, geograficamente molto ridotta,  che rappresenta lo spirito di libertà contro il dispotismo dell'Asia; cosi il termine barbarus si colora di significato spregiativo. 

Qualcosa di molto analogo succede nel medioevo quando lo scontro si sposta da greco/barbaro a cristiano/pagano. La res publica christiana diventa il concetto in cui si inquadrano tutti i valori.

Il processo di separazione occidente/oriente durante il basso impero romano valga su tutti. Politicamente è manifestato dalle rivalità tra gli imperatori di una e dell'altra parte. A questa si aggiunge quella religiosa : Gregorio magno lamenta le tendenze eretiche della parte parte, definita e percepita come irrequieta dogmaticamente instabile e malsicura; l'occidente ha il suo pilone d'appoggio culturalmente e moralmente nella tradizione di Roma.
Si fa strada cosi il tipo orientale coi foschi colori di doppiezza e furberia (l'Ulisse e Diomede danteschi): i greci hanno l'animo dei traditori mentre l'occidentale diventa cavaliere coraggioso e leale, tutto onore e cortesia.

Che il potere crei il proprio universo antagonista sulle categorie di “bene/male” e ponga tutti i comportamenti che potrebbero essere in grado di minarne stabilità o prosperità, anche se leciti o legali, nella categoria “male” non è scoperta dei nostri giorni, ma saperlo riconoscere può fare la differenza.
Chi teme il terrorismo islamico o uno dei tanti mostri che ci spaventano guardando il tg, e in nome di questa paura accetta o giustifica azioni moralmente, politicamente ed economicamente discutibili, si inizi a considerare al pari di quei sempliciotti spaventati da streghe dal cappello a punta svolazzanti su villaggi medievali e rifletta su questo: in Italia dal 2001 non c'è stato neanche un decesso a causa del terrorismo. Ce ne sono invece ogni giorno 2.500 per incidenti sul lavoro. Di chi bisogna aver paura?

2 commenti:

LaSanta ha detto...

Il mostro non è altro che la nostra paura del diverso, razionalizzata ogni volta dentro un nuovo malleum maleficarum. Le ammaliatrici di una volta, donne troppo avanti per il comune senso del costume, venivano arse vive perchè nella loro bellezza vi era del demoniaco.
Il bello (si fa per dire) è che vediamo il male nel diverso o nel lontano e lo ignoriamo quando puo farci piu male, ovvero quando ci conviviamo. Il mostro ha il viso pulito del solerte vicino di casa e non del derelitto in mezzo ad una strada.
Mi viene in mente un brano leggendo queste righe "Quelli che ben pensano" di FrankieIEnergy...la conosci? Ne vale la pena.
Ottimo scritto, geniale come sempre :)

Grisù ha detto...

ahhh...quindi ti sei svelata!!!! grazie, i tuoi commenti sono sempre preziosi, ne faccio tesoro!!!
lol